Direzione artistica prof.ssa Maristella Cescutti

Dario Delpin – Nel silenzio dei colori

DELPIN_mail La Loggia 2015





DELPIN “Nel silenzio dei colori”

Nel silenzio dei colori si ritrova il coraggio bambino dell’avventura, della scoperta di nuovi mondi. Nasce, prorompente e con un’ingenuità antica, il desiderio d’altrove, di altri equilibri, di suoni materni, di luci fidate, di carezze che sazino un cuore smarrito. Per un giorno sono ridiventato quel bambino, per un giorno ho respirato con gratitudine quella magia girando nel silenzio dei colori, fra le tele, le incisioni, i disegni di Dario Delpin. Non mi sono sentito un intruso, né un ladro di segreti lì a Versa: mi sono sentito accettato in quel sancta sanctorum, in quel creatorio dove l’artista è davvero sé stesso, lontano dal mondo e immerso nel mondo, il suo mondo, fatto di sensazioni abbaglianti, di memorie del cuore, di sogni e gesti profumati di un colore mai urlato, sempre misurato e generoso di sfumature. E lì, in quella ospitale fortezza dello spirito, ho visto.

In quella affollata compagnia di quadri d’ogni età e dimensione, ho visto le finestre che Delpin sa socchiudere, spalancare, accostare tra noi e lui, al confine dell’anima. Come chi ora visita questa personale in casa di quella straordinaria amica dell’arte e degli artisti che è e sarà sempre Maristella, la Signora della Loggia, ho visto le radici della sua pittura forgiata dalla dolcezza cromatica di papà Francesco, indimenticabile maestro dell’acquerello, e dalla severa lezione di Paride Castellan, virgiliana guida del giovane Dario. Pulsano tenaci radici contadine in quegli studi di interni dove le suppellettili parlano attraverso i materiali poveri di cui sono fatte, sporche di vita, testimoni di una civiltà rude quanto sincera, essenziale quanto religiosamente abbarbicata alla sacralità dei simboli. Primo fra tutti, in Friuli come altrove, quel pane che le nostre nonne baciavano prima di riporre nell’armadio, buono per un altro giorno, viatico prezioso per un’altra battaglia di dignitosa sopravvivenza.

Poi il registro cambia per noi esploratori dell’arte. Ci vengono incontro le sognanti trasfigurate notti veneziane, dichiarazione di un amore mai celato per il sommo Turner: realtà e fantasia si fondono in un’unica passione iper-reale che infiamma la vista e stringe il cuore. Sulla calma delle acque scorre una Venezia silenziosa, intima, tua per sempre: ecco il prezioso dono per la mente e l’anima che ci dipinge Delpin.

E fra le tante finestre che, con tratto sicuro, il suo pennello ci apre, ne notiamo una davvero sorprendente nella sua dualità. Sono le librerie: non ideali o immaginarie, ma proprio quelle che abbiamo di fronte nello studio di Versa. Librerie come singolare ritratto, certo, ma anche e soprattutto come cifra e paradigma di un percorso umano e pittorico coraggioso e originale: in queste… fotografie scattate con il cuore ci sono i dorsi dei libri più amati, cartoline degli artisti preferiti, particolari che svelano un’emozione, una storia. Un’esistenza in tutte le sue stagioni, avventura dopo avventura.

Ecco, anche la nostra giornata di avventure nel silenzio dei colori di Delpin si conclude. Ma non tramonta: finisce carica di promesse e generosa di sogni dipinti. Ora comincia la vostra.

Nicola Cossar

 

Laser di luce azzurra che fendono e percorrono il tempo   unendosi in un vortice che avvolge ogni cosa, che sia un filare di viti, una spiaggia, una laguna , un intreccio di vimini oppure la parte lisa di un oggetto senza storia, non importa.

Sono gli occhi di Dario Delpin che spiccano nella geografia del volto e accolgono nel loro profondo azzurro tutto ciò che li circonda.

Metabolizzano un particolare, un colore, una forma, un ombra immersa o sommersa, uno squarcio, un volo.

Questa elaborazione non è stata intaccata né alterata dal tempo.

Era cosi nel 1979 quando ho conosciuto l’artista e ancora oggi , nel suo costante rinnovamento, è così.

Dario “macina “ con il suo sguardo e “trasforma” con la sua anima qualsiasi cosa.

La sua curiosità artistica è sempre stata negli anni fresca e leggera.

L’immagine del “ragazzo di Versa” con l’inflessione elegante della sua “erre”,   con il suo incedere particolare che chiede di esporre a Udine i suoi primi acquarelli, da 40 anni circa a questa parte non è sbiadita.

L’entusiasmo è intatto, la ricerca, maturata ed evoluta, è umile nel suo avanzare.

L’uomo di oggi non nasconde il giovane di ieri.

La   naturalezza con cui Dario disegna, incide, dipinge e progetta, affascina e sorprende, sempre.

Evidente la simbiosi, intima e spirituale, con il soggetto   rappresentato come è evidente   il messaggio che le sue opere trasmettono entrando nel cuore, mio, e   di tantissima gente che in questi anni ha potuto ammirare, non solo a Udine.

I lavori di Dario Delpin sono nel tempo, ricordati.

Questo è il vero successo dell’artista di Versa.

Udine , novembre 2015                                                  Maristella Cescutti